Olio su tela 70x50cm aprile 2010
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Una rappresentazione abbastanza surrealista della civiltà moderna. La nuova trasformazione della civiltà moderna ha interessato molto l’architettura delle città, mutando profondamente”il paesaggio urbano”.Si è passati dalla concezione della “città orizzontale” a quella della “città verticale” con tutti i benefici ma anche con tutti i problemi nuovi che sono sorti. Infatti dai grandi spazi occupati da poche persone e quindi da infrastrutture e servizi sovradimensionati, si è passati a paesaggi architettonici in cui molte persone possono avere in brevi spazi l’ufficio di lavoro,il supermercato,il bar ,la palestra,la sala riunioni,la scuola,l’asilo nido,l’ospedale. Naturalmente le strutture vitali,come parchi,aree verdi sono ridotte al minimo,perchè c’è una grande speculazione edilizia e business.
In questo modo,le persone sono chiuse in scatole di vetro,acciaio e cemento con ventilazione artificiale,non ci sono aree di verde sufficiente per il tempo libero e gli appartamenti sono ridotti al minimo,all’essenziale. Ho voluto rappresentare la civiltà moderna racchiusa dentro un vaso per rappresentare l’imbuto in cui l’uomo si sta infilando,da cui se ne può uscire solo con la” rottura” del vaso,cioè della gabbia.
Sergio Lai
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